La brevità della vita di Seneca - Paroladordine

“La brevità della vita” di Lucio Anneo Seneca

Da qualche tempo mi capita di rileggere libri classici, di quelli che al liceo ti obbligano a leggere per le vacanze: italiani, stranieri, latini e greci. Adesso li apprezzo di più e trovo spunti di riflessione che allora non era il momento giusto cogliere. Così, quando ho trovato in libreria La brevità della vita di Seneca, l’ho preso al volo e l’ho letto in un sabato pomeriggio di pioggia. E ho scoperto quanto sia attuale per il mio lavoro di professional organizer del tempo.

La brevità della vita di Seneca e le priorità

Lucio Anneo Seneca era un filosofo, politico e autore romano molto influente del I secolo d.C. È famoso per essere stato l’educatore del futuro imperatore Nerone, e da lui poi obbligato a suicidarsi.

Il libro è un dialogo dedicato a Paolino (probabilmente un parente della moglie) diviso in venti capitoli, in cui spiega perché la vita di chi non sa usare bene il tempo e la spreca in occupazioni inutili è breve.

  • Capitolo I. La vita sembra breve a quelle persone che non sanno vivere, sono piene di cose da fare e sprecano il loro tempo perché non ne conoscono il valore. Per loro la vita sembra breve perché è costretta in un presente fuggevole.
  • Capitoli II-III. È breve la vita di chi spreca il tempo a inseguire le proprie passioni e a dedicare il proprio tempo agli altri invece che a se stessi.
  • Capitoli IV-VII. Si tratta di uomini potenti che anelano al riposo, uomini insaziabili di vita ma che non sanno vivere, uomini affaccendati in occupazione vane e frivole. Invece, chi dà valore al proprio tempo sa davvero vivere, si pone al di sopra del tempo e ha una vita lunga.
  • Capitoli VIII-XI. Quelle persone rischiano il loro bene più prezioso, il tempo, perché lo ritengono senza valore. E, invece di godersi il presente, si riempiono di cose da fare e vivono in attesa del futuro. La vita si divide in tre tempi: solo il passato è sicuro, mentre il presente è breve e il futuro incerto. Ma gli affaccendati non hanno tempo per guardare il passato, a loro resta solo un presente brevissimo. Per chi, invece, ha vissuto lontano da queste occupazioni effimere la vita è lunga.
  • Capitoli XII-XIV. Il tempo libero degli affaccendati è sempre pieno di occupazioni: piaceri che costano fatica, studi inutili e passione per un sapere superfluo. Non sono sfaccendati né oziosi (i veri oziosi dedicano il proprio tempo alla saggezza e sono gli unici a saper vivere), ma corrono da un impegno all’altro e non lasciano in pace né se stessi né gli altri.
  • Capitoli XV-XVII. La filosofia prolunga la vita e la rende eterna. È lunga la vita dei saggi, che ricordano il passato, usano con intenzione il presente e pregustano il futuro. Gli affaccendati, invece, scordano il passato, trascurano il presente e temono il futuro, perciò la loro vita è breve e agitata. Sono occupati a non far nulla e le loro gioie sono piene di ansia perché inconsistenti.
  • Capitoli XVIII-XX. Quindi Seneca esorta Paolino ad abbandonare le sue occupazioni per darsi esclusivamente alla vita contemplativa, prendersi un po’ di tempo per sé e rifugiarsi in occupazioni più tranquille e importanti (l’amore e la pratica della virtù, saper vivere e morire, un profondo riposo). Perché chi vive di sole occupazioni (proprie o altrui) muore senza aver mai vissuto.

Che cosa mi è piaciuto

Mi è piaciuta la distinzione tra sfaccendati, affaccendati e oziosi. I termini sfaccendati e affaccendati derivano entrambi dal latino facienda, che significa “cose da fare”, cioè le faccende della vita quotidiana. Mentre gli sfaccendati non hanno cose da fare o non le cercano e sono i cosiddetti fannulloni, gli affaccendati sono impegnati, indaffarati e spesso si danno molto da fare con ostentazione e senza una reale necessità. Per Seneca sono quegli uomini che occupano il tempo a inseguire a oltranza le loro passioni, ad assecondare le richieste altrui e a dedicarsi ad attività inutili.

Gli oziosi invece si dedicano all’ozio, dal latino otium, (“riposo dagli impegni”), cioè al tempo per riflettere, studiare e prendersi cura di sé. Per Seneca sono quegli uomini che sanno prendersi del tempo per sé e lo dedicano al riposo, alla contemplazione e allo studio della filosofia. In poche parole al saper vivere.

Mi è subito venuto in mente il libro Come vivere ventiquattro ore al giorno di Arnold Bennett, in cui l’autore dà consigli agli uomini d’affari di cent’anni fa per vivere pienamente ogni giorno e “utilizzare il proprio tempo al fine di migliorare la qualità della vita”. Anche lui suggerisce di prendersi del tempo per sé per dedicarsi alla meditazione, alla conoscenza di sé e allo studio di discipline che nutrono l’anima.

Ho apprezzato inoltre quanto il “saper vivere” di Seneca corrisponda al nostro vivere secondo priorità: non sprecare tempo in cose inutili, migliorarci ogni giorno, dare significato alla vita, vivere con dignità e intensità ogni fase della nostra esistenza.

Che cosa ho imparato da La brevità della vita di Seneca

Ho colto uno spunto di riflessione interessante: non è il tempo a correre via veloce e ad abbreviare la nostra vita, ma siamo noi a correre forsennatamente dietro a impegni inutili e ad accorciare il nostro tempo. Soprattutto, siamo noi multipotenziali a cambiare velocemente senza avere le idee chiare né sapere che cosa fare. Se solo vivessimo secondo le nostre priorità, potremmo prenderci cura di noi e crearci una vita lunga e ricca di soddisfazioni.

Ti consiglio di leggere La brevità della vita di Seneca perché insegna un cambio di prospettiva per riappropriarci della nostra vita (la qualità del tempo dipende solo da noi), l’importanza delle priorità per sapere sempre che cosa fare e dare significato a ogni fase della nostra vita – fondamentale per noi multipotenziali.

Non è che abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto.
– Lucio Anneo Seneca

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Alessandra Noseda
alessandra@paroladordine.org

Sono una professional organizer specializzata nel tempo per multipotenziali: li aiuto a organizzare gli impegni perché possano cambiare il mondo grazie ai loro progetti innovativi.