Mi sembra di saperlo da sempre, in realtà sono passati solo due anni da quando ho scoperto di essere multipotenziale. Da allora la mia vita, la mia organizzazione personale, il mio lavoro e la considerazione che ho di me stessa sono cambiati. È capitato tutto per caso, come quando un seme viene trasportato dalla sua pianta d’origine in un giardino vicino: in primavera germoglia e cresce a sorpresa una nuova piantina. Oggi ti racconto come ho capito di essere multipotenziale e com’è cambiato il mio punto di vista sulle cose.

Come ho capito di essere multipotenziale

Avevo seguito con interesse il video con il famoso discorso di Emilie Wapnick, mi era spuntato un punto di domanda ma non avevo trovato lo stimolo per approfondire quella vaga intuizione.

D’altronde alla fatidica domanda “Che cosa vuoi fare da grande?” ho sempre risposto con convinzione, fin dai miei otto anni, quando ho deciso di fare l’archeologa e impostato i miei studi per i successivi quindici anni (gasp). Ero talmente sicura, da non riuscire a capire l’indecisione di certe persone: avevo un obiettivo e non vedevo l’ora di realizzarlo. Pensavo fosse così per tutti.

Nella primavera del 2020, ho contribuito al periodo difficile che stavamo vivendo con l’offerta di mini-consulenze gratuite a chi sentisse il bisogno di riorganizzare le proprie giornate e gli impegni quotidiani, tra lavoro da casa, didattica a distanza e altri imprevisti dovuti all’emergenza sanitaria. Ho conosciuto persone nuove e alcune si sono definite multipotenziali: ho confrontato il mio modo di fare con il loro e mi sono resa conto di essere anch’io una persona multipotenziale. Non era tanto quello che facevo, ma come e perché.

Come capire di essere multipotenziale ha cambiato la mia vita

Sapere di essere multipotenziale mi ha aiutata a capire meglio i miei comportamenti: il bisogno di “aria fresca” dopo un po’, il blocco durante l’università (non ne potevo più di studiare le stesse cose) e il desiderio di conoscere materie diverse dal mio piano di studio (tipo Sanscrito, l’esame più bello che abbia mai preparato), il senso di disagio a fare sempre le stesse cose sul lavoro (pur amando moltissimo gli scavi archeologici), la mia voglia incontrollabile di cercare e iscrivermi a nuovi corsi post-universitari.

Ma anche il senso di inadeguatezza che provo ogni volta che non mi sento “abbastanza”, la mia facilità (leggi gioia) a studiare, l’esplosione di idee, il mio divertimento a risolvere problemi, il senso di angoscia nel fare cose ripetitive, la gola che mi si chiude all’idea di fare un solo lavoro per tutta la vita, l’accumulo di progetti che si accavallano, rincorrono e non partono mai sul serio.

Ho capito che l’organizzazione personale mi ha dato una struttura capace di contenere gli effetti della mia multipotenzialità e al contempo la libertà di esprimere me stessa: ho sperimentato e poi trovato e continuato a provare tecniche, strumenti, metodi per usare bene il mio tempo, per scegliere a che cosa prestare la mia attenzione e a che cosa dare un freno, per portare avanti i progetti a cui tengo davvero e che arricchiscono la mia vita.

Ho capito di essere multipotenziale e di voler aiutare chi è come me

Soprattutto, quando ho capito di essere multipotenziale, ho sentito il bisogno di aiutare le persone come me a usare bene il tempo, a trovare le loro priorità, a non farsi sopraffare dalle idee e dai progetti, a dare libero sfogo al bisogno di varietà e di esplorazione senza esserne logorate, a conciliare le attività quotidiane con i bisogni multipotenziali.

Per questo ho fatto un balzo avanti nell’evoluzione di Paroladordine, e sono diventata la professional organizer del tempo per multipotenziali.