12 Dicembre 2023
“La forma del tempo” del Museo Poldi Pezzoli
Se il tempo ti affascina in ogni suo aspetto, lasciati incantare da una nuova prospettiva, quella della mostra La forma del tempo del Museo Poldi Pezzoli. L’ho visitata nell’autunno del 2021 e ho acquistato il catalogo per approfondirne la conoscenza e non dimenticarmene più. L’ho aggiunto alla sezione sul tempo della mia libreria.
La forma del tempo del Museo Poldi Pezzoli: perché una mostra?
La mostra e il catalogo sono a cura di Lavinia Galli, storica dell’arte, docente universitaria, conservatrice del Museo Poldi Pezzoli e curatrice di mostre italiana. La mostra racconta il rapporto dell’umanità col tempo, dal Medioevo alla Rivoluzione scientifica: indaga sul significato della misurazione e della rappresentazione del tempo nelle diverse epoche storiche, e ne mostra le connessioni tra scienza, letteratura, arte, filosofia e storia della scienza.
Il catalogo è diviso tra approfondimenti di vari studiosi e l’elenco delle opere esposte. I contributi permettono di entrare nell’argomento, conoscere il mondo culturale nelle diverse epoche, la nascita e lo sviluppo dei primi orologi.
- Tempi di Umberto Eco. Ripercorre i metodi di misurazione delle prime civiltà, dal movimento degli astri ai ritmi delle preghiere e delle campane. Ma la vera misura del tempo è una misura interiore e avviene nella memoria.
- La forma del tempo. Una prospettiva italiana di Lavinia Galli. Gli orologi meccanici sono stati gli strumenti più evoluti della tecnologia occidentale, e la metà dei Seicento rappresenta il momento glorioso dell’orologeria italiana, grazie agli orologi notturni e alla fusione tra arte e tecnologia.
- Visualizzare il tempo. Idee e immagini dall’antichità all’età barocca di Claudia Cieri Via. Approfondisce il rapporto tra concetto di tempo e sua rappresentazione in immagini, oggetti e strumenti di misurazione. Dai concetti di ciclico ed eternità dell’antica Grecia alle allegorie morali del Seicento.
- Scienza e tecnologia nella Roma seicentesca. L’avventura dei fratelli Campani di Cristiano Zanetti. Nel pieno della Rivoluzione scientifica, lavoravano a Roma i tre fratelli Campani: il sacerdote Matteo, l’orologiaio Pier Tommaso, autore dell’orologio notturno, e l’innovatore, orologiaio e ottico Giuseppe.
- Giuseppe Campani ottico. La scoperta dell’universo di Alberto Lualdi. Giuseppe Campani, dopo gli orologi meccanici, si specializzò nella tornitura di lenti di precisione per cannocchiali, telescopi e microscopi. Dalle scoperte di Galileo Galilei alla nascita dell’analisi dei “corpi minuti”.
- Misurare il tempo nel Rinascimento, tra precisione e timore di Emilio Russo. La cultura barocca è caratterizzata dalla profonda percezione del fluire del tempo, causata dalla crisi delle credenze del Cinquecento e dal progresso scientifico e tecnologico nella misurazione del tempo.
- Pittori e quadranti. La pittura barocca nelle mostre degli orologi notturni di Francesco Ceretti. Artisti famosi dipinsero i quadranti degli orologi notturni e lavorarono in stretta connessione con le botteghe di orologiai, principalmente a Roma, Firenze, Bologna, Genova e Milano.
- I notturni come doni diplomatici papali di Lavinia Galli. Erano di eccellente qualità e appresentavano il pensiero morale del cattolicesimo. Furono commissionati da papa Alessandro VII, dai suoi nipoti cardinali, poi dal nuovo papa Clemente IX e dai Medici per regalarli a diplomatici e sovrani europei.
Che cosa mi è piaciuto
Mi è piaciuta molto la storia della rappresentazione del concetto di tempo, dall’antichità all’Età moderna. Come lo stesso oggetto – il tempo – sia stato vissuto prima con distacco, poi con saggezza e, infine, con angoscia e tristezza. Quanto di quell’ideologia sopravvive ancora oggi?
Ho apprezzato molto la differenza tra Chronos, il tempo senza vecchiaia e principio creatore e rigeneratore, e Aion, l’eternità. E di come Chronos sia stato poi assimilato in età romana a Saturno (Kronos in greco), divinità dell’agricoltura e dell’età dell’oro.
Mi è piaciuta la capacità di trasportare le persone all’interno di un periodo rivoluzionario, non solo nell’ambito delle scienze e delle credenze, ma anche delle forme artistiche, e di sentirne l’entusiasmo per le scoperte e le innovazioni.
Ho trovato subito simpatici due personaggi: papa Alessandro VII che, tormentato dall’insonnia e ossessionato dallo scorrere del tempo, stimola la ricerca di un orologio silenzioso e visibile al buio; Giuseppe Campani, talentuoso, ambizioso e irrefrenabile, che contribuì ai nuovi orologi meccanici e poi si specializzò nella produzione di lenti ad altissima precisione. Fu stimolato dagli studi scientifici dell’epoca e stimolò lo sviluppo di nuovi studi e scoperte.
Che cosa ho imparato da La forma del tempo del Museo Poldi Pezzoli
Ho imparato moltissimo! Del Seicento ho vaghi ricordi sparsi tra gli anni delle medie e delle superiori. Ho sempre preferito le epoche molto più antiche (soprattutto la preistoria e la protostoria) e trascurato tutto ciò che andava oltre il Medioevo: il mio interesse cadeva e in testa non mi rimaneva nulla di quanto studiato. La mostra La forma del tempo del Museo Poldi Pezzoli e ancor di più il suo catalogo, invece, mi hanno fatto scoprire l’essenza dell’Età moderna italiana attraverso una delle mie passioni: il tempo.
Ti consiglio di leggere il catalogo della mostra perché è importante rendersi conto di quanto la concezione del tempo sia legata al periodo storico in cui si vive. Quel che conta davvero non è quel che la società ci spinge a credere del tempo, ma come percepiamo dentro di noi e viviamo il nostro tempo.
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