Scegliere non significa rinunciare - Paroladordine

Scegliere non significa rinunciare

Ero nella mia camera con vista sul cortile, a Milano. Guardavo il sole giocare con le ombre e mi chiedevo cosa fare: mi mancava solo la tesi e già lavoravo come archeologa, l’affitto scadeva ed ero indecisa se cercare un altro appartamento in città oppure tornare sul Lago Maggiore. Dovevo rinunciare alla libertà di Milano o alla bellezza del lago? Poi, all’improvviso, ho avuto un’illuminazione: non dovevo perdere nulla, ma solo prendere una decisione. E scegliere non significa rinunciare.

Da quel giorno ho smesso di rinunciare e ho iniziato a scegliere con coscienza: basta sostituire un verbo con l’altro e tutta la prospettiva cambia.

Scegliere non significa rinunciare ai multi progetti

Questa consapevolezza mi ha aiutata nella mia vita da multipotenziale, anche quando non sapevo di esserlo. Noi multipotenziali amiamo immergerci in nuove materie per farle nostre e ogni stimolo è una tentazione difficile da ignorare. La scintilla diventa interesse, l’interesse si trasforma in progetto e ci ritroviamo con due, tre, quattro progetti che rapiscono la nostra mente (e pure il cuore).

Tanti progetti si traducono in tanti impegni, da sommare a tutti gli altri: non riusciamo a starci dietro né a fare progressi e questo ci demoralizza, fa fiorire mille sensi di colpa e di inadeguatezza.

Ma non possiamo fare tutto. Emile Wapnick nel suo libro Diventa chi sei lo afferma con candore: «Siamo capaci di tantissime cose, ma probabilmente non di farle tutte insieme. E (meglio che tu ti sieda, ora) non riusciamo a fare letteralmente tutto quello che vorremmo.»

Anche perché la nostra vita non è fatta solo di curiosità, conoscenza e progetti; ci sono anche la casa, la famiglia, la cura di sé, i cosiddetti doveri, gli impegni meno entusiasmanti, il lavoro noioso-ma-necessario… C’è un’intera vita là fuori, che vale la pena vivere appieno.

Scegliere le priorità non significa rinunciare alle passioni

La Wapnick suggerisce di dividere i progetti in due tipologie: i progetti prioritari, che ti entusiasmano e stai già portando avanti, e i progetti in attesa dietro le quinte, che ti entusiasmano ma non hai ancora iniziato.

Io ti consiglio di concentrarti su pochi progetti prioritari, compatibilmente con le altre priorità della tua vita, tra cui anche le cose noiose di tutti i giorni. Per esempio, non amo fare le pulizie ma per me è importante vivere in un ambiente salubre, perciò dedico del tempo ogni giorno al riordino e alle pulizie di casa, prima di tuffarmi nelle cose che amo. Ognuno di noi ha priorità diverse e solo tu puoi conoscere le tue.

Scegli, non rinunciare

Scegliere non significa rinunciare, anzi sono parole molto diverse. Per me rinunciare ha sempre avuto un’accezione negativa: significa cedere, rifiutare, evitare qualcosa di tuo, implica una separazione e una perdita, più o meno dolorose. A scegliere, invece, do un senso positivo: perché riconoscere la cosa più adatta per te sottintende l’inizio di qualcosa di nuovo, una proposta di miglioramento, una soluzione.

Quando ti trovi davanti a un ventaglio di possibilità e di progetti, non rinunciare ad alcuno di loro ma scegli con consapevolezza e responsabilità quali e quanti portare avanti: non scarti nulla, ma cogli i migliori, per te adesso. Se non sai da che parte iniziare, ti do un aiuto concreto con il mio percorso Tour Eiffel.

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Alessandra Noseda
alessandra@paroladordine.org

Sono una professional organizer specializzata nel tempo per multipotenziali: li aiuto a organizzare gli impegni perché possano cambiare il mondo grazie ai loro progetti innovativi.