Finire i progetti iniziati - Paroladordine

Non finire i progetti iniziati mi fa male

Così mi ha detto Annamaria, il giorno in cui ci siamo conosciute. È una sensazione che capisco benissimo e, sono sicura, comprendi anche tu perché l’avrai già provata molte volte. Non finire i progetti iniziati ci fa male, è come se ognuno di loro ci dicesse ogni volta che non siamo in grado, non siamo capaci, non siamo abbastanza. Eppure, se riuscissimo a guardarli da un’altra prospettiva, ci sentiremmo meno scoraggiate.

La doppia vita di una persona multipotenziale

È come se avessimo due vite parallele. La prima è la tipica vita da persona adulta, con le sue sfide e piccole gioie quotidiane. La seconda invece è la tipica vita da persona multipotenziale, ricca di stimoli e novità.

Giorno dopo giorno, da una parte ci prendiamo cura di tutto ciò che ci riguarda (noi stesse, il lavoro, la casa, gli affetti), dall’altra accumuliamo progetti, alcuni più grandi e impegnativi, altri più brevi e leggeri. E, insieme a loro, anche una serie di difficoltà che trasformano la gioia della scoperta in confusione, e spesso tristezza.

La prima difficoltà è capire da quale progetto iniziare. Tutti ci sembrano importanti allo stesso modo, quindi cerchiamo in ogni modo di portarli avanti contemporaneamente. Con il risultato di saltare dall’uno all’altro a un altro ancora, e non combinare nulla.

La seconda difficoltà è capire quando lavorarci. Ogni giorno abbiamo ventiquattro ore, tolte quelle del sonno e del lavoro, ce ne rimangono otto per tutto il resto: sembrano tante, ma tante sono anche le cose da fare – esplorazioni, ricerche e progetti compresi.

La terza difficoltà è completarli. Non perché siamo inconcludenti o cambiamo idea, ma perché subiamo il fascino degli oggetti scintillanti: distogliamo l’attenzione da ciò che stiamo facendo per spostarla su qualcosa di nuovo e in apparenza migliore.

Non finire i progetti iniziati: una nuova prospettiva

Quando non li completiamo, ci sentiamo male per svariati motivi. Ne ho raccolti alcuni, i più ricorrenti; magari ti ci riconosci.

  • Denaro. Facciamo corsi che non riusciamo a terminare, acquistiamo materiale che usiamo solo un paio di volte, iniziamo progetti per aumentare le entrate che poi ci annoiano. È un peso economico.
  • Impegno. Consumiamo tempo ed energie per esplorare, cercare, studiare, apprendere, sperimentare… Li rubiamo ad altre attività, ci esauriamo. Non vogliamo che sia invano.
  • Superficialità. Per quanto ci sforziamo, fatichiamo a scendere in profondità nei nostri interessi. Non sono i fondali ad attirarci, ma le correnti sotto la superficie. Per questo non ci sentiamo mai abbastanza.

Eppure, se non ci fermiamo all’apparenza, scopriamo che alcuni progetti non li abbiamo terminati per un semplice (e sano) motivo: non ci interessano più, non siamo più in sintonia con loro. E va bene così. Sono un po’ come alcune amicizie: meglio lasciarle andare senza sensi di colpa e ricordando quanto di bello ci hanno dato.

Finire i progetti iniziati

Ogni giorno ci vien voglia di buttarci in un nuovo progetto, così ne accumuliamo uno sull’altro fino a cadere in confusione. Facciamo fatica a capire da quale iniziare, quando lavorarci e a portarli a termine. Non finire i progetti iniziati è frustrante e ci fa male. Ci demoralizziamo perché ci sembra di buttar via denaro, tempo ed energia, senza mai diventare esperti di quel che facciamo.

Possiamo sentirci male ogni volta, oppure possiamo cambiare prospettiva e accettare che alcuni progetti finiscono quando decidiamo noi, perché abbiamo raggiunto il grado di conoscenza ed esperienza che ci interessa. Senza rancore (nei nostri stessi confronti), senza paura (del giudizio, nostro e altrui) e senza sensi di colpa.

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Alessandra Noseda
alessandra@paroladordine.org

Sono una professional organizer specializzata nel tempo per multipotenziali: li aiuto a organizzare gli impegni perché possano cambiare il mondo grazie ai loro progetti innovativi.